Quella che segue è una storia come tante ma che spesso erroneamente non finisce sotto i riflettori brillando a dovere.
L’endurance è uno sport agonistico, dalla parola “agone” che in latino significa “lotta”; l’agonismo è il motore dello sport ma la sua esasperazione è il tipico problema di chi pensa che vincere sia l’unica cosa che conti davvero.
L’endurance è un luogo di valori positivi, è uno spazio di dedizione, sacrifico e amicizia; è una palestra di vita dove il cavallo spesso indica la strada giusta da seguire. Se a prevalere però sono logiche della “vittoria a tutti costi”, si può facilmente cedere al meccanismo dove il senso della sfida a danno altrui diventa la regola.
Non è certo il caso della storia che vede come protagonista Matteo Marrone, endurista abruzzese 35enne.
Un giorno un ragazzo abituato nella vita a lavorare sodo, incontra un appassionato di endurance, Antonio Forgione e fin qui nulla di strano.
Matteo si ritrova in compagnia di suo padre, a dover eseguire dei lavori di giardinaggio a casa di Antonio che necessitava di un intervento dal pollice verde.
Anche Matteo ama i cavalli e pratica endurance ma, non avendo a disposizione tempo e soprattutto conoscenze approfondite della difficile disciplina, stenta a far emergere la profonda voglia di ottenere risultati in linea con le sue aspettative.
Si rivolge dunque ad Antonio chiedendogli di vendergli un cavallo all’altezza ma quest’ultimo, non avvezzo a cedere facilmente cavalli, gli consiglia un centro che chiamiamo X dove forse potrà trovare quello che fa per lui.
Con le tasche piene di speranze Matteo parte insieme a suo papà e Antonio e, giunti sul posto X, rimangono affascinati dall’atmosfera che si respirava ma soprattutto da un cavallo che sembrava stesse aspettando proprio loro, Big Bang.
Ebbene ora iniziano le problematiche perché il soggetto è sicuramente forte ma necessità di un cavaliere vero sopra la sua groppa.
Dopo una difficile esperienza in gara, con fuga inaspettata del cavallo e conseguente eliminazione, Matteo capisce con molta umiltà, di dovere intervenire sul suo modo di cavalcare e non di raddrizzare l’indole del cavallo.
Inizia così un periodo di allenamento e scuola, in campo e fuori e qui è stato fondamentale l’intervento delle mani esperte della Mandrakata Asd dove Massimo Verna e la sua famiglia muovono sapientemente le fila. Dopo aver rimesso tutti i tasselli al loro posto Matteo è pronto finalmente per rimettersi alla prova.
Grazie dunque al supporto di quelli che sono poi amici e alla testardaggine di Antonio, si presenta con il dovuto rispetto ad una gara di endurance in Abruzzo, a Cepagatti (Pe) per la precisione.
Dopo aver corso quasi tutti i 90 km. di gara si ritrova solo in testa in compagnia di Antonio; è incredulo, è impaurito, manca poco al traguardo e non sa precisamente cosa fare, come comportarsi.
Antonio senza indugi gli manifesta la voglia di dedicare una vittoria al nonno recentemente scomparso, la sua guida nella vita e nello sport e ovviamente Matteo si allinea all’idea anche perché, finire sul podio dopo tanto sacrificio, sarebbe stata già una grande ricompensa.
Fatto sta che mentre al canter si avviano verso la fine, ad Antonio si spezza di netto una staffa costringendolo a fermarsi, scendere da cavallo e ad arrangiarsi con i rimedi che forse il nonno gli aveva tramandato.
Senza esitare Matteo, che poteva continuare andando a vincere, scende da cavallo per prestagli soccorso tenendogli il cavallo mentre Antonio cercava di sistemare il sistemabile.
Ripartiti in vista del traguardo, Matteo lascia sfilare Antonio che vince guardando in cielo mentre lo stesso Matteo si accontenta della sua ricercata qualifica.
Ci piace pensare che non sia stato il caso che Antonio abbia incontrato e aiutato Matteo nel momento del bisogno, quando era alla ricerca del suo compagno a quattro zampe ideale; è bastato un attimo di difficoltà di Antonio che ha fatto scattare in Matteo il senso di gratitudine nei suoi confronti restituendo così il favore!!
La classifica dice che Matteo è arrivato secondo, ma nella vita siamo spesso tutti dei numeri due, ognuno a proprio modo. Il numero due a volte è colui che sostiene il primo ed è talmente forte e leale da cedere il passo.
Complimenti Matteo e grazie ad Antonio per aver contribuito al conseguimento del suo obiettivo.
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