ENDURANCE DA GUINNESS!
Quella che segue è una storia che ha dell’incredibile. Per scegliere il titolo giusto c’è voluto un po’ di tempo tali e tante erano le coincidenze.
Il protagonista è il cavaliere Antonio Forgione che, ignaro di quello che stava per compiere, ha stabilito un record probabilmente da Guinness dei primati, impresa che poi si è trasformata suo malgrado, in una dedica speciale.
Antonio è atterrato la sera tardi di Venerdì a Vienna per dirigersi direttamente in albergo a Samorin dove l’indomani ha corso e portato a termine una gara di qualifica di 40 km. in sella a Donori e fin qui, nulla di strano.
Il cavaliere abruzzese terminata la gara, si è catapultato in aeroporto per tornare in Italia in quanto doveva lavorare nel suo ristorante a Prezza in Abruzzo.
Non c’è tempo neanche per dormire perché ad attenderlo l’indomani c’era la CEN A di 44 km. a Vittorito (Aq) anch’essa portata a termine e in compagnia di Eyden Des Cades.
Due gare finite in meno di 48 ore corse in due stati diversi è da Guinness senz’altro ma Antonio non ha potuto festeggiare come voleva perché, mentre percorreva l’ultimo km. del primo giro a Vittorito, ha ricevuto la telefonata che lo congela: nonno Donato è volato in cielo.
Con estrema difficoltà Antonio ha portato il cavallo in visita ed è ripartito, accompagnato dal suo ricordo e ripercorrendo metro dopo metro, tutta la vita trascorsa in sua compagnia.
Donato Francesco Forgione era un uomo forte, di altri tempi. Fu proprio lui ad instradare e fare scoccare la scintilla dell’endurance in Antonio.
Nonno Donato provò e scelse nel 2009 personalmente a Vittorito il primo cavallo da regalare ad Antonio e lo fece contro il volere di suo figlio, il papà di Antonio; si chiamava Ispinosa.
Incredibile come a distanza di tanti anni, nonno Donato abbia lasciato la vita terrena proprio mentre Antonio correva a Vittorito, lì dove tutto nacque.
Caro Antonio, siamo convinti che durante questo tuo Guinness, che solo un pazzo come te poteva centrare, che tuo nonno ti sia stato vicino per tutte le tue 48 ore di endurance, uscendo di scena in grande stile.
Ti mancherà fisicamente, ma parte del suo “purosangue” scorrerà per sempre nelle tue vene.
Bravo Antò….
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